GIUDIZIO CRITICA O CONSIGLIO?
DIVENESSERE OLTRE

GIUDIZIO CRITICA O CONSIGLIO?

QUANDO LE PAROLE CREANO BRUTTEZZA

Ti sembra di dare un consiglio “a fin di bene”. Hai espresso una “semplice opinione” ma quello che hai detto ha trasformato il volto dell’altro in una smorfia di risentimento e malessere. Cosa è successo?

L’idea che forse sei tu a non saper comunicare non ti ha mai sfiorato, e mai hai valutato che forse sei tu, con una tua costruzione personale, a condannare quella che è la vita ed il modo di essere e fare di un’altra persona che è ovviamente diversa da te!

E’ davvero colui che si è rabbuiato ad essere permaloso? E’ davvero lui/ lei, la persona che non sa ascoltare, a cui non si può dire niente?

Giudicare è un’illusione, perché, se dovete giudicare, vi servite della vostra scala di valori. Dietro al giudizio si cela l’idea che siamo tutti identici”. Swami Prajnanapad

E’ estremamente difficile non giudicare, appare evidente non solo nei comuni mortali ma soprattutto in quelli che si professano esperti “coach di vita” che tra modelli, strategie e dieci modi per, sono ben lontani dalla considerazione reale del valore-diversità di ogni individuo.

Perché? Perché siamo tutti insicuri!

Vogliamo sentirci ok ma in realtà annaspiamo, nascosti dentro le nostre frenetiche vite “perfette” solo sui MEDIA. Iper-stimolati da modelli fittizi che ci fanno vedere una vita infiocchettata ben lontana dalla realtà comune.

Drogati dall’iperattività visiva, reagiamo istintivamente e in maniera superficiale ad ogni luogo comune politicamente corretto, col risultato ovvio che giudicare e criticare sono le azioni che emergono più spontanee per sentirci forti dell’idea confezionata a tavolino: se io faccio bene, allora sei tu che fai male… e così per idee, epoche, paesi, età ecc.

Empatia e capacità di immedesimarci potrebbero fare la differenza. Chiederci con coscienza: se fossi al suo posto come agirei?  Quante volte è successo a me? Se non ha leso nessuno, non ha mancato di rispetto e non ha creato danno, chi deve dire a questa persona come deve o non deve essere?  

Ma non vogliamo respirare con l’altro, non vogliamo viaggiare con il suo ritmo emotivo, non vogliamo dire: scusami non riesco a capirti ma ti ascolto e se posso ti esprimo il mio sostegno per mostrarti un altro modo di vedere le cose. COM-PRENDERE diventa un’impresa epocale e faticosa.

La strada è il cuore: perdiamo di vista che possiamo dire anche le cose più crudeli se siamo nello spazio del cuore ( spazio ahimè poco conosciuto anche dai terapisti) perché parlare da cuore a cuore non crea mai disagio.

Il problema è che entrare lì ( nel cuore) e comunicare da quel posto, ci mette in contatto non solo con l’altro ma anche con noi e questo non tutti siamo disposti a farlo.

chi giudica non ha tempo per amare”     Madre Teresa.

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